Questa settimana lo zapping tra i profili ci ha fatto approdare da Ingrid, una ragazza piena di energie che ha fatto del teatro la sua “Raison d’être”. Una carriera iniziata dalla e musica per continuare come teather event ed ancora in ascesa. Abbiamo deciso di intervistarla e dalle sue parole si denota una vita dedicata al conseguimento dei suoi obbiettivi. Adesso basta con gli spoilers, godetevi l’intervista.
Intervista di Alexader Home e Hugo Ph
Dove sei nata?
Sono nata in Albania per una lunga serie di causalità.
Piatto preferito?
Questa è la domanda più difficile. Sono golosa, il buon cibo mi rende letteralmente felice.
Ok qui sarai di parte; Che genere di musica preferisci?
Amo l’alternative rock e il rock inglese in generale, oltre che, ovviamente, la musica classica e l’opera lirica.
Veniamo al dunque; qual è il tuo lavoro?
Prima della chiusura dei teatri, il mio lavoro consisteva in una moltitudine di attività che non sono definibili con un unico appellativo.
Ci stiamo ancora scaldando.
Di cosa si occupa un Theatre Event Manager?
Il theatre event manager è colui che cura l’organizzazione sia degli spettacoli a cui il teatro è destinato (lirica, prosa) sia gli eventi ad esso collegati (concerti sinfonici e cameristici, lezioni concerto, progetti didattici ecc.).
Cosa ti piace maggiormente del tuo lavoro?
Ciò che amo è poter contribuire a dar vita a ciascuno dei progetti portati avanti, con lo scopo di condividere la bellezza dello spettacolo dal vivo con il pubblico, cercando di trasmettere i valori legati a questo genere di partecipazione.
Raccontaci il tuo cammino: studi, primo lavoro, secondo lavoro, insomma come ha fatto Ingrid Papa a diventare Ingrid Papa?
Ho iniziato a suonare il pianoforte quando avevo 6 anni sotto la guida di mia madre violinista e a 12 sono stata ammessa al Conservatorio di S. Cecilia di Roma. Ho compiuto il percorso di studi istituzionale, quello della durata di 10 anni, che ha affiancato sia il periodo di studi al liceo che quello all’università. Mi sono laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l’Università La Sapienza di Roma, ho un Diploma in Pianoforte ed un Diploma Accademico di Secondo livello in Management Musicale al Conservatorio di S. Cecilia di Roma. Mentre studiavo pianoforte e Scienze politiche ho avuto la fortuna di essere chiamata a lavorare presso il Teatro Rendano di Cosenza, in qualità di assistente alla direzione artistica e di direttore di produzione. Questo ha definito ciò che avrei voluto continuare a fare nella vita, ossia lavorare nei Teatri nell’ambito dell’organizzazione delle stagioni lirico-sinfoniche. Terminata l’avventura cosentina ho fatto un tirocinio al Teatro dell’Opera di Roma in qualità di assistente alla regia e maestro collaboratore alle luci e poi lavorato a pieno titolo per due anni presso il Dipartimento Didattica e Promozione Pubblico del Teatro dell’Opera. Terminato il contratto sono stata chiamata dal Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto dove ho lavorato nella segreteria artistica per la stagione 2017 e poi sono ritornata a Roma proseguendo come responsabile della promozione per il Teatro Eliseo e come Direttore di palcoscenico e assistente alla Direzione artistica per l’Associazione Europa InCanto.
Due stagioni artistiche con il Covid di mezzo. Come le hai affrontate?
Con tanta pazienza. Purtroppo la chiusura contestuale delle scuole e dei teatri ha praticamente annullato ogni forma di attività per noi lavoratori dello spettacolo impegnati per lo più durante gli eventi dal vivo. Approfitto del periodo per proseguire i miei studi di direzione d’orchestra e per rimettere le mani sulla tastiera del pianoforte (per troppo tempo sono state su quelle del pc).
Hai qualche celebrità o persona che ti ha o hanno ispirata ad intraprendere la tua carriera?
Solo il grande amore per la musica e il teatro e per il potenziale che riesco a vedervi in termini di crescita della comunità.
La cultura è ancora importante in questo momento di pandemia?
La cultura è ciò che non ci lascia cadere nel vuoto. È l’elemento che ci salva dall’abbrutimento morale e spirituale.
E’ possibile fare arte durante il lockdown?
L’arte non ha confini, il lockdown ha offerto nuovi spunti creativi.
Come credi che abbia influito la pandemia sulla produzione culturale?
Naturalmente è stato necessario cercare di reinventarsi attraverso nuove forme di proposizione artistica. Il particolare periodo storico ha ridimensionato gli orizzonti ma ciò non ha scoraggiato la ricerca e l’offerta di nuovi scenari.
E sulla sua fruizione?
La fruizione non ha avuto molte alternative vista la chiusura di ogni luogo di produzione e di condivisione artistica. Una buona parte del pubblico ha sperimentato l’offerta musicale e teatrale in streaming con buona nozione che si tratta di un’esperienza limitata nel tempo, in attesa di poter rivivere dal vivo le arti performative.
Credi ci sia un modo per far avvicinare le persone al teatro?
Sono convinta che sia possibile attraverso un lavoro di divulgazione e di condivisione emotiva. Per coinvolgere le persone nelle attività teatrali, e non solo, credo sia necessario anzitutto annullare le distanze tra l’opera artistica (teatrale, musicale ecc) ed il pubblico. Abbattere la quarta parete e far capire le ragioni che generano in noi determinate emozioni. Un determinato impasto sonoro, una precisa scelta ritmica, il contesto storico nel quale hanno operato compositori e artisti in generale, non sono scelte casuali dettate da una semplice ispirazione. L’esigenza di ogni artista è comunicare, bisogna dunque offrire al pubblico gli strumenti per poter decodificare il messaggio e farlo proprio.
Di recente il Museo dei Fumetti di Milano era stato escluso dai contributi del Ministero per i Beni Culturali, fino all’ intervento del Ministro Franceschini che, dopo essersi scusato per l’inconveniente, ha ribadito che i fumetti sono arte; qual è la tua opinione in merito?
Trovo assurdo che sia stato commesso un errore così lampante proprio da parte degli uffici del Ministero per i Beni culturali. Inammissibile a mio parere che il personale preposto abbia così scarsa cognizione del concetto di arte. Al di là delle questioni burocratiche, nessuno è stato in grado di vigilare su questa scelta, tanto che è stato addirittura necessario per il Ministro intervenire per ribadire il valore artistico dei fumetti.
Credi che esista una cultura alta ed una bassa, o alla fine qualsiasi cosa se ben fatta diventa arte?
Cultura e arte sono due cose differenti. Senza entrare troppo nel merito del concetto di cultura (altrimenti bisogna scrivere un trattato), io credo che è arte ciò che nasce da un intenso lavoro di ricerca, conoscenza, cultura, sacrificio, e che sia in grado di comunicare valori universali toccando le corde dell’animo umano ed elevando così lo spirito della collettività. Se non esci da un concerto, da una mostra o da teatro, senza aver subito un piccolo cambiamento, le possibilità sono due: ti mancano gli strumenti per aprirti all’arte o quello che hai vissuto non si avvicinava all’arte.
Lo sai che questa definizione te la freghiamo e la citeremo a vita vero?Togliamo il teatro per un momento; quale tipo di media artistico preferisci?
Pittura, scultura, fotografia, musica, o altro? Non ho preferenze, sono una divoratrice di arte! Per questo motivo amo lavorare nell’ambito del teatro musicale perché vi ritrovo unite tutte le arti.
Qual è la tua opera preferita in generale?
Non è possibile fare una classifica, tuttavia, semplificando, ho un attaccamento particolare alla Turandot di Puccini.
Prossimi progetti?
Questo periodo ha segnato una battuta d’arresto per l’intero settore, quindi al momento sto portando avanti gli studi di direzione d’orchestra.
Torniamo sul ludico…
Quale posto ti piacerebbe visitare avendone la possibilità? Un bel tour del Giappone.
Se non lavorassi come Theatre event Manager, cosa vorresti fare?
Lavorerei comunque in qualche altro settore del teatro musicale, magari in direzione artistica.
Un’ultima domanda, cosa ne pensi di questa intervista?
Ho molto apprezzato il tenore ed il contenuto delle domande; lascia intendere che ci sia una importante progettualità alla base.
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